giovedì 7 marzo 2013

Il primo cazzo nel culo


A volte basta poco per cambiare la percezione della realtà, a volte bastano poche parole per cambiare un’emozione, il modo col quale percepiamo e viviamo uno spazio, il modo col quale ci rapportiamo con gli altri… a volte bastano poche parole per percepire qualcun altro in maniera nuova.
E quella volta bastò la lingua di mio figlio per farmi desiderare il cazzo di mio marito, in modo nuovo.
Molti di voi forse hanno vissuto la sensazione di un rapporto coniugale, l’abitudine di avere accanto sempre la stessa persona, e anche se i modi di scopare possono cambiare e maturare nel tempo, molti di voi forse sapranno come gli anni segnano e possono rendere una persona scontata.
Questo è successo con Gabriele, mio marito.
Con lui ho passato momenti felici, attimi di eccitazione estrema.
Abbiamo raggiunto dei limiti con lo scopo di oltrepassarli, abbiamo sempre cercato nuove vie di conoscere il sesso, anche se mai, credetemi mai, ho avuto il coraggio di dargli il culo.
Ho cercato in tutti i modi di lasciarmi andare, ma quando il cazzo di mio marito cercava di farsi strada mi contraevo e mi giravo dall’altro lato.
Ricordo una volta, che la cappella di mio marito era riuscita a penetrarmi.
Sentivo il buco del culo aprirsi al passaggio del suo cazzo.
Ricordo la percezione del l’uccello, un’asta calda e dura che penetrandomi mi dilatava e mi faceva sentire piena. Lo volevo con tutte le forze, ma nello stesso tempo, avevo paura, contraevo i muscoli e diveniva impossibile farmi scopare.
Ma qualche tempo fa, fu diverso.
Dopo tanti anni di matrimonio e di scopate, avevo bisogno di vivere una nuova emozione e sono convinta che la causa fu proprio mio figlio.
Precedentemente mi aveva fatto scoprire il piacere di essere forzata con la lingua.
Ricordo ancora la sensazione della sua lingua che con enfasi leccava il mio buchetto, mi sentivo umida e con il buco aperto, sentivo che pian piano, la sua lingua poteva scendere ancora più giù … penetrarmi il culo, farmi sentire puttana, percepivo i miei muscoli rilassati e non contratti come quando mio marito cercava di prendermi.
Si, forse era dovuto a questo, mio figlio, aveva aperto la strada al padre. La sua dolcezza nell’avvicinarsi al mio culo era la porta d’ingresso per il cazzo di suo padre.
Gabriele forse aveva sbagliato approccio, invece di sputare sul cazzo e poi scoparmi di colpo, forse doveva alzarmi le gambe e tuffarsi sul mio buchetto, farmi godere, farmi rilassare, farmi sentire troia e poi scoparmi.
In quel periodo Gabriele amava prendermi da dietro, mi diceva che così ero ancora più troia, più desiderabile. Questo mi divertiva, anche perché a volte, quando mio marito era dietro di me, stringevo le cosce sul suo cazzo, e lo sentivo in tutta la sua potenza: grosso e caldo.
Quella sera, ci mettemmo a letto e non persi tempo nel fargli capire che avevo voglia di lui…una delle cose che fa impazzire Gabriele sono i miei perizomi, molto sottili e di pizzo e feci in modo che avvertisse il filo rosso che stringevo tra le natiche.
Lui accarezzava la mia schiena e lentamente scivolava giù. La sua mano sfiorò il filo del perizoma.
Bastò quel contatto per eccitarlo, potevo avvertire il suo cazzo crescere, pulsava sulla mia pelle… contrassi il bacino e spinsi il culetto verso le sue mani.
Lui, giocava col filo delle mie mutandine, ne seguiva il percorso, lo tirava, provocandomi una leggera pressione sulla fica che mi eccitava.
Nel frattempo mi baciava sul collo e mi premeva il cazzo sulla schiena, avevo voglia di lui, del suo uccello nel culo, volevo essere la sua puttana. Le sue dita seguirono il filo del mio perizoma, arrivarono sul mio sederino, e proseguirono ancora, fino ad arrivare sulla mia fica.
Non era quello che volevo, speravo che si fermasse prima, sul mio culo. Fu così che mi mossi leggermente, avvicinando il mio culetto alla sua manona. Mio marito rimase un attimo fermo…incredulo… e subito dopo si avvicinò e mi sussurrà: amore!
Accennai un sorriso, mentre Gabriele cominciò a roteare l’indice sul mio buchino e questo mi stava già facendo impazzire… volevo essere leccata, penetrata con la lingua, sentirmi desiderata con mai prima. Gabriele fece scorrere l’altra sua mano sul mio viso, ne portò un dito nella mia bocca e raccolse un po’ della mia saliva, la portò sul mio culo e delicatamente mi penetrò.
Istintivamente mi irrigidì, ma non volevo rovinare quel momento, volevo il suo cazzo nel culo, volevo essere posseduta.
Mi girai e cominciai a baciarlo delicatamente sulle labbra, sfiorai la sua lingua e gliela morsi. Questo lo eccitò da matti, si prese la mia bocca, la sua lingua leccava avidamente le mie labbra, penetrava la mia bocca, lentamente scese sul mio collo, cominciò ad assaporare la mia pelle, mi regalava brividi intensi, lo avvolsi con le mie gambe mentre mi mordeva i seni, avvertivo il suo cazzo sulla pelle, la sua voglia di me.
Scivolò lentamente verso il mio ombelico, fino ad arrivare sulla mia fica, cominciò a leccarmi ed io a gridare, strinsi la sua testa con le gambe mentre godevo intensamente.
Inarcai la schiena e Gabriele si ritrovò con il viso sul mio culo, alzò gli occhi e mi guardò, riuscì a percepire il suo stupore, mentre se ne stava con la testa tra le mie cosce ed io lentamente lo facevo scivolare sul mio culetto.
A quel punto Gabriele perse il controllo, cominciò a leccarmi avidamente il culo ed io a gemere come una maialina.
Fu così che mi feci prendere il culo, mio marito mi teneva le gambe in aria, mentre col culo in aria mi aprivo al suo cazzo. Mi penetrò con delicatezza, ma comunque avvertì un forte dolore, anche se diverso rispetto alle altre volte…mi coprì la bocca … e il dolore dopo un po’ divenne piacere, il suo cazzo si faceva strada dentro di me, sempre più in profondità.. ero persa dalla goduria, non pensavo fosse possibile provare una tale sensazione… anche mio marito era fuori di se.
I primi attimi di dolcezza si trasformarono in passione e adesso mi scopava con violenza, sentivo le palle sbattere contro il mio culo, il cazzo invadermi completamente.
Mi accorsi che stava per venire, il suo cazzo si gonfiò e lui si irrigidì, a quel punto feci una cosa da grande porcellina, lo strinsi a me, non lo lasciai uscire e con un forte urlo di mio marito sborrò dentro.
Avvertivo la sborra invadermi, gli schizzi riempirmi. Il suo cazzo, liberarsi da tanti anni di attesa per il mio culo.
Ancora col cazzo dentro, Gabriele si sdraiò su di me … e insieme cercammo di calmare i nostri respiri. Mentre mi godevo la sensazione del cazzo di mio marito, volai col pensiero su mio figlio.
Fu lui ad aprire la strada a suo padre, grazie a lui, mio marito si prese il mio culo.
Gabriele doveva prendere lezioni dall’esperienza giovanile del suo bambino.

Lilli

Questo racconto fa parte di una storia a puntate dal titolo: Il diario di Lilli.
Il diario è in continuo aggiornamento, ma se volessi leggerlo questo è l'indirizzo: CLICCA QUI

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1 commento:

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