martedì 4 giugno 2013

Una foto macchiata di sborra



Provo vergogna!
Penso alla mia condizione di moglie e provo disagio, alla condizione di madre e provo imbarazzo.
Penso alla fedeltà verso la mia famiglia e mi sento stupida, puttana, troia.
Forse qualcuno di voi penserà che non dovrei  esagerare, ma l’ aprile e il maggio che ho vissuto, sono stati molto forti.
Sto vivendo un periodo molto particolare, di riflessione. Mi sento umiliata come donna.
E’ vero, ho giocato con mio figlio, ho esagerato, e anche quando ho goduto col suo cazzo in culo, non ho provato rimorso.
Ma adesso, ora che mi ritrovo qui da sola, con l’esagerazione sulle spalle, mi sento stupida.
Ho esagerato e forse parlarvene mi aiuterà, scriverlo mi farà uscire da un tunnel di rimorso che vivo nei confronti di mio figlio e mio marito
E’ successo che sono stata sedotta da un mio lettore, un ragazzo che ha letto le mie storie e che lentamente è riuscito a prendermi, un gioco perverso che mi ha portata ad essere usata da lui e da altre persone.

Verso la fine del marzo scorso, ho ricevuto la mail di un ragazzo, che si complimentava per i miei racconti erotici, mi confessava che diverse volte si era masturbato e come prova, mi aveva inviato diverse foto.
Ricordo in particolare una foto, un primo piano del suo cazzo, macchiato di sborra. Puntava verso un foglio, era la foto del mio viso che il ragazzo aveva scaricato da facebook.
In quella foto, avevo la bocca e un occhio irriconoscibili, imbrattati dalla sua sborra.
Il commento a quella foto era più o meno il seguente: cara Lilli, hai visto cosa ho fatto al tuo viso? Senza che te ne accorgessi, ti ho reso puttana, ti ho usata, violata. Sei la mia troia!

Ricordo ancora che stavo scrivendo di Andrea sul blog quando aprì quella mail, di come mi scordai completamente del post e di voi, mentre la mia mano scendeva lentamente tra le mie gambe.
Continuavo a fissare la foto del mio viso, sborrata da uno sconosciuto, la macchia di seme che deformava la mia bocca e mi toccavo.
Con una mano mi stringevo un capezzolo e con l’altra mi penetravo.
Mentre godevo, fissavo il cazzo di quello sconosciuto, le sue foto.
In una foto c’era il suo corpo, giovane e muscoloso, nell’altra un primo piano della sua cappella, umida di umori nascosti, in un’altra la foto di una ragazza, forse la sua fidanzata messa a pecora, e nell’altra la mia immagine, sporca di sborra.
Raggiunsi l’orgasmo fissando la mia immagine, le mie cosce erano umide, come la tastiera del mio computer, che stavo usando ora per rispondere a quella e-mail.
Un’azione che da li a poco avrebbe avuto conseguenze molto forti nella mia vita sessuale.  

Lilli

Questo racconto fa parte di una storia a puntate dal titolo: Il diario di Lilli.
Il diario è in continuo aggiornamento, ma se volessi leggerlo questo è l'indirizzo: CLICCA QUI

Se invece volessi scrivermi, mandarmi le tue impressioni, parlarmi della tua eccitazione, questa è la mia e-mail:  lillidori70@gmail.com 

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